Le querce sono alberi straordinari.

Eleganti. Forti. Possenti. Vigorose. Longeve.

“Solido come una quercia” – diciamo spesso.

  • Sai che le querce sono così maestose da raggiungere i 30 metri di altezza?
  • Sai che sono così possenti da superare i 6 metri di circonferenza?
  • Sai che sono così longeve da superare i 500 anni di età?

Basti pensare alla quercia di Grottone in Basilicata, inserita nell’elenco dei monumenti naturali grazie ad un’età stimata di 614 anni, un tronco di 7,22 metri di circonferenza e un’altezza di circa 20 metri.

Oppure all’albero più vecchio del mondo, una quercia di ben 13.000 anni (TREDICIMILA!) incuneata tra massi di granito spazzati dal vento, su una montagna nella contea di Riverside in California, che è sopravvissuta dall’ultima era glaciale a innumerevoli incendi, periodi di siccità, al freddo estremo, a tempeste e fortissime raffiche di vento.

“Come fanno le querce a crescere così maestose?”

In realtà le querce nascondono un segreto.

Un segreto perfettamente celato e invisibile ai nostri occhi.

Questo perché davanti ad una quercia rimaniamo affascinati dal fusto, dal tronco nodoso, dalle fronde, dalla maestosità della sua chioma ad ombrello.

Ma non pensiamo mai che il segreto che dà origine alla vera bellezza della quercia e gli permette di ergersi così imponente non si trova davanti ai nostri occhi, bensì sotto ai nostri piedi.

Il segreto della quercia sono le radici.

Come tutti gli alberi più maestosi, longevi e possenti del mondo, le querce hanno radici forti, che si diramano spesso per decine o centinaia di metri sotto di loro.

Le radici non solo sostengono il peso della quercia e la ancorano saldamente al terreno, ma soprattutto le permettono di assorbire tutto l’ossigeno, i nutrienti e l’energia che le servono per crescere e svilupparsi.

“Cosa c’entra tutto questo con l’Italia?”

L’Italia è come una quercia: bella, affascinante e maestosa. Ma inizia a mostrare segni di stanchezza.

Le sue foglie stanno diventando gialle.

I suoi rami si stanno lentamente spogliando.

Il suo tronco inizia a piegarsi.

E’ vero, il nostro Paese sta attraversando un periodo difficile dal punto di vista economico, politico, sociale ed occupazionale. 

Ma varare riforme, effettuare una manovra economica o sostenere un cambio di Governo equivale ad eliminare le foglie malate, staccare qualche ramo secco e spruzzare un po’ di diserbante.

Una quercia malata non può essere salvata solo agendo sulle foglie, sui rami o sui tronchi. 

Perché il vero problema si trova spesso molto più in basso e più in profondità, nella parte invisibile. 

“Si trova alla radice”, siamo soliti dire.

Per salvare una quercia malata non basta curare le foglie e i rami. Bisogna andare alla radice.

Ebbene, le radici dell’Italia si stanno indebolendo, si stanno sfibrando, stanno diventando sempre più sottili. 

“Quali sono le nostre radici?”

Le nostre radici sono il patrimonio storico, artistico e culturale che tutto il mondo da sempre ci invidia

Un patrimonio che costituisce la nostra memoria e la nostra identità.

Un patrimonio che ci permette di crescere, di migliorare e di evolverci come popolo, come società e come individui.

Un patrimonio di storia, arte e cultura – spesso trascurato e dimenticato – che non riusciamo ad apprezzare, proteggere e valorizzare.

Dimenticare il nostro passato e la nostra memoria storica significa togliere il nutrimento alle nostre radici e farle seccare.

Ma quando le radici storiche e culturali di un Paese iniziano a seccarsi, insieme a loro muoiono la crescita e lo sviluppo.

Ed è ciò che sta accadendo oggi in Italia. 

Le nostre radici sono in pericolo.

Il nostro inestimabile patrimonio storico e culturale è minacciato dall’indifferenza e dal disinteresse, come una vecchia scatola vuota dimenticata in un angolo buio della cantina.

Per questo 20 anni fa abbiamo creato il Registro Italiano delle Dimore Storiche di Eccellenza.

Il Registro Italiano delle Dimore Storiche di Eccellenza è l’archivio nazionale dove sono catalogate e classificate le dimore storiche per turismo ed eventi che custodiscono tra le loro secolari mura le radici del nostro passato, delle nostre tradizioni e della nostra cultura.

Attraverso il Registro Italiano delle Dimore Storiche di Eccellenza proteggiamo, tuteliamo e valorizziamo questo patrimonio storico e culturale.

Il nostro obiettivo è quello di restituire la dignità a castelli e dimore storiche di pregio che, dopo essere stati riportati al loro originario splendore, oggi operano nel settore del turismo e degli eventi.

Luoghi antichi e preziosi che, a differenza delle case private, hanno scelto di aprire le loro porte per consentire ai loro privilegiati ospiti non soltanto di “vivere” la storia, ma anche di “respirarla”.

Che si tratti di una fuga romantica o di un matrimonio memorabile, in queste dimore storiche di grande pregio ci si può concedere il lusso di soggiornare avvolti nella storia, circondati dalla magia di atmosfere autentiche e ricche di significato.

Da due decenni lavoriamo fianco a fianco con i proprietari di questi luoghi straordinari, per promuovere la loro filosofia di eccellenza.

Persone appassionate, imprenditori ispirati e determinati che hanno scelto di trasportare sulle loro spalle il peso di una responsabilità – la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico – di cui avrebbero dovuto farsi carico le istituzioni.

Quelle stesse istituzioni che non perdono occasione per spendere fiumi di parole sul nostro patrimonio storico e sulla necessità di valorizzarlo per rafforzare l’immagine dell’Italia nel mondo e dare impulso all’economia eccetera eccetera salvo poi girarsi dall’altra parte quando arriva il momento di investire, creare risorse, stanziare fondi e promuovere iniziative vere, reali e concrete.

Siamo fortunati, dunque.

Siamo fortunati perché, mentre la bellezza dell’Italia viene deturpata dallo sfruttamento del territorio e sfregiata dall’indifferenza delle istituzioni, un manipolo di eroi lotta ogni giorno per restituire la dignità al nostro Paese

Centinaia di piccoli, appassionati e ispirati imprenditori che in ogni parte d’Italia si sono rimboccati le maniche e hanno assunto il ruolo di custodi della nostra memoria e della nostra identità.

Persone tenaci e determinate che hanno investito soldi, sacrificato il loro tempo, dedicato la loro vita per inseguire un sogno.

Il sogno di questi eroi è quello di accogliere nelle loro dimore storiche chi è in grado di apprezzare il loro valore e di cogliere l’importanza di prenderci cura delle nostre radici tutelando il patrimonio storico italiano.

Chi calpesta il passato non può costruire il futuro.

Chi non dà valore alla propria storia e alla propria cultura, ha smarrito la propria identità.

Se dimentichiamo ciò che siamo, come possiamo crescere, migliorare ed evolverci?

Il Registro Italiano delle Dimore Storiche di Eccellenza è nato per combattere e sconfiggere i due nemici più grandi e pericolosi del patrimonio storico e culturale italiano: l’ignoranza e l’indifferenza.

Tra i due, l’indifferenza è il nemico più letale.

Perché se l’ignorante ha la scusa di non sapere, l’indifferente è colpevole due volte perché sa e si volta dall’altra parte.

Noi, però, non ci volteremo mai dall’altra parte.

Non lasceremo seccare le nostre radici. 

Perché crediamo con tutti noi stessi che la nostra splendida Italia possa tornare a svilupparsi forte e rigogliosa e tornare a crescere solida e fiera come la più maestosa delle querce.

Crediamo dal profondo del cuore che possa dare nuovi frutti da lasciare in eredità alle nuove generazioni.

Ma potrà farlo soltanto se ci prenderemo cura delle sue radici.

Le radici su cui poggia il nostro futuro sono le stesse del nostro passato e affondano nella stessa memoria storica. Per questo dobbiamo averne cura.

Dimenticare la nostra memoria storica, custodita all’interno delle dimore storiche di eccellenza iscritte al Registro Italiano delle Dimore Storiche di Eccellenza, significa illuderci che una quercia possa vivere e crescere senza radici.

Tutti insieme, se restiamo uniti, possiamo farcela.

Del resto, anche la più imponente delle querce è solo una piccola ghianda che ha tenuto duro.